Il fuoco delle feste patronali si confonde con i colori delle ceramiche che da secoli prendono forma nelle botteghe degli artigiani locali, con le processioni che ancora sfilano tra case antiche che resistono alla fuga verso la dimensione urbana, con la terra fertile delle pendici del vulcano spento di Roccamonfina. 

Il “nostro” territorio comprende due piccoli borghi che, all’ombra del Monte Massico, custodiscono tradizioni antiche, fatte di sapori, di cultura, ma soprattutto di relazioni autentiche.Compresi tra il Monte Massico, sulle cui pendici si trovano i terreni di Lettieri, e la collina di San Paolo, dove viene prodotta l’uva che da vita alla nostra Riserva, Cascano (frazione di Sessa Aurunca e di Carinola) e Casale (frazione di Carinola) sono i luoghi della nostra storia e della nostra azienda. 

Borghi collinari che congiungono Sessa Aurunca con Carinola, ciascuno consegna ai nostri giorni le immagini ancora vive di un’eredità millenaria: l’arte della ceramica cascanese (di cui è tutt’oggi espressione il Maestro Fulvio Vellone), la Festa della Vendemmia di Casale (dove tra i vigneti della collina di San Paolo si festeggia la nuova annata prodotta), la Festa di San Giuseppe a Cascano (in cui la devozione per il Santo Patrono del paese si fonde sincreticamente con l’arrivo della Primavera, salutata alla vigilia con ceppi di fuoco votivi per le strade, l’offerta a tutti i visitatori delle “coccetelle” di pane prima della tradizionale processione religiosa e della “menestella” locale di ceci e fagioli durante la sera). Piccoli borghi, ma parte viva di quell’Ager Falernus reso immortale dagli autori della classicità romana che ne hanno consegnato alla storia l’espressione più alta: il vino Falerno. Compagno dei versi di Catullo, fautore dello stupore di Trimalcione nel Satyricon di Petronio, il Falerno porta ai nostri giorni duemilacinquecento anni di storia vitivinicola. Una terra antica e generosa, le cui tradizioni si tramandano senza gridare, con la semplicità e i tempi dei campi lavorati e della vigna.